Era il 1989 quando il produttore svizzero di mobili Vitra, Rolf Fehlbaum, trasformò la propria area aziendale di Weil am Rhein in un parco architettonico popolato da opere di Zaha Hadid, Nicholas Grimshaw, Alvaro Siza, Tadao Ando e Frank Gehry. Proprio quest’ultimo progettò il Vitra Design Museum nel 1990. Fu il primo edificio ad abitare l’area ancora adesso in continua espansione. Oltre al museo Gehry, per il suo primo progetto europeo, progettò anche una sala di produzione e una guardiola per la fabbrica.
Sommario dell’articolo
- Le mostre al Vitra Museum
- La collezione
- Mostre in corso
- I pezzi di design e i progetti in mostra
- Vitra Museum e Bauhaus
- Memphis design: la prima mostra al Vitra Museum
- La storia del design in mostra
- Robot giocattolo di Rolf Fehlbaum
- Gallery
Tre anni dopo, nel 1993, iniziò l’espansione con l’inaugurazione del padiglione per le conferenze di Tadao Ando e la stazione dei vigili del fuoco di Zaha Hadid. L’anno seguente venne inaugurato lo stabilimento industriale firmato da Álvaro Siza.
Nel 2006 furono affidate nuove commissioni per l’ampliamento del Campus, ad Herzog & de Meuron e al team di architetti giapponesi SANAA. I primi progettarono la VitraHaus, inaugurata all’inizio del 2010; uno spazio espositivo dedicato alla Vitra Home Collection. Mentre il team SANAA progettò la fabbrica Vitra, completando la facciata nel 2012. Frank Gehry si occupò di un altro progetto. Nel 2011 venne inaugurata la Vitra Design Museum Gallery, un’area destinata ad ospitare mostre contemporanee e sperimentali.
Le mostre al Vitra Museum
Il Vitra Design Museum agli inizi si dedicò a piccole mostre destinate a raccontare artisti emergenti come Erich Dieckmann e Ron Arad. Per concentrarsi dopo pochi anni a mostre di fama internazionale con retrospettive di Charles e Ray Eames, Frank Lloyd Wright e Luis Barragán. Per il finanziamento dei programmi delle attività culturali, il Vitra Design Museum cominciò lo sviluppo di proprie linee di prodotti e alla realizzazione di mostre itineranti.
La crescita culturale del museo si deve al Direttore che lo accompagnò dal 1989 al 2010, Alexander von Vegesack, mentre dal 2011 il Vitra Design Museum è guidato da Mateo Kries e Marc Zehntner.
Il Vitra Schaudepot contiene al suo interno una vasta mostra permanente dedicata all’arredamento contemporaneo. Comprende un totale di 20.000 oggetti, con circa 7.000 mobili e più di 1.000 lampade. Nonostante questo fosse lo scopo iniziale del Vitra Design Museum, oggi l’opera di Gehry viene utilizzato come spazio per allestire importanti mostre temporanee. Il Vitra Schaudepot invece rappresenta lo spazio permanente della collezione.
La collezione
Al suo interno vi sono oltre 400 pezzi chiave del design dal 1800 ad oggi. Partendo dai primi mobili Bugholz, passando a pezzi modernisti di Le Corbusier, Alvar Aalto o Gerrit Rietveld, fino ad arrivare a recenti oggetti stampati in 3D e prototipi e modelli sperimentali. L’essenzialità degli oggetti conservati al suo interno viene raccontata dall’aspetto semplice e dignitoso della facciata esterna. Una trama vivaci di mattoni che riveste la struttura priva di finestre.
Ad oggi il Vitra Design Museum è uno dei principali musei al mondo dedicati all’architettura e al design. Ospita mostre temporanee e manifestazioni di fama internazionale che ogni anno richiamano migliaia di visitatori. Dopo mesi di chiusura dovuti all’emergente epidemiologica da Covid-19 il Vitra Design Museum ci propone nuove mostre.
Mostre in corso
Omaggio al design di Gae Aulenti
Presso il Vitra Schaudepot un allestimento, curato da Tanja Cunz, racconta lo straordinario genio creativo di Gae Aulenti. La mostra “Gae Aulenti: un universo creativo” esplora il lavoro della progettista più influente del periodo dopoguerra. Oltre a sue creazioni iconiche come la serie “Locus Solus” (1964), le lampade “Pipistrello” (1965) e “King Sun” (1967), anche progetti architettonici, d’interni, scenografie e costumi. Attraverso fotografie, schizzi e disegni, documentari e interviste.
L’allestimento percorre il lavoro di Gae Aulenti dal suo primo progetto di arredo del 1962 “Sgarsul” che la fece conoscere come designer. Prosegue dunque con la sedia pieghevole “Aprilina” (1964), estremamente leggera e facile da riporre, fino all’enigmatico “Rimorchiatore” (1967). Quest’ultima può essere una lampada, un vaso e un posacenere. Un’ incredibile carriera che la portò a collaborare con aziende del calibro di: Poltronova, Zanotta, Knoll e Olivetti.
I pezzi di design e i progetti in mostra
Il suo lavoro di progettista d’interni venne battezzato dai suoi lavori per gli show-room Olivetti di Parigi (1966/67) e Buenos Aires (1968). Ma la sua opera architettonica più straordinaria è il riallestimento della stazione ferroviaria della Gare d’Orsay di Parigi in museo (1980/86). Seguite da altre commissioni come gli interni del MNAM – Centre Georges Pompidou di Parigi (1982/85), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985/86). E anche, per concludere in bellezza, la ricostruzione del Palau Nacional di Montjuïc a Barcellona (1985/92) che diventò il Museu Nacional d’Art de Catalunya.
Ma in mostra vi sono lavori della designer anche meno noti, come i progetti di packaging per i prodotti di make-up della società francese Rochas (1978), vasi per Venini (1995/2008) e gli elettrodomestici “Toaster” (1996) e “Blender” (1998) per Trabo.
La mostra “Gae Aulenti: un universo creativo” racconta il ruolo di una progettista che mise la risoluzione dei problemi, che le venivano affidati, davanti al mantenimento di uno stile omogeneo. Anni di lavoro di Gae Aulenti in mostra fino al 18 Aprile 2021. Un Paese diviso in due, con diverse visioni sul design. Il Vitra Design Museum presenta una mostra dedicata alla storia del design tedesco dal titolo “Il design tedesco dal 1949 al 1989: due paesi, un’unica storia”.
Vitra Museum e Bauhaus
La progettazione tedesca divenne famosa negli anni ’20 grazie alla scuola Bauhaus. A seguito della divisione della Germania nel 1949, però, si crearono due diverse correnti di design. A Ovest il design diventò il motore del miracolo economico, “Wirtschaftswunder”; mentre ad Est fu assorbito nell’economia pianificata socialista.
Ad oltre trent’anni dalla caduta del muro di Berlino il Vitra Design Museum propone un confronto tra queste “due facce della stessa medaglia”, una rassegna del design post bellico nelle due Germanie. Un parallelismo tra la Germania dell’Est e dell’Ovest mettendo in mostra oggetti di arredamento, lampade, manifesti grafici, tessuti, abiti e accessori personali.
La mostra illustra come questi due Stati siano stati indissolubilmente collegati attraverso storia, cultura e design. Ma comunque come cercassero di distinguersi stabilendo una propria identità: ridisegnando nuovi stemmi, valute, passaporti e perfino segnaletiche stradali. L’allestimento – curato da Erika Pinner, il Vitra Design Museum, Klára Němečková, Kunstgewerbemuseum, Staatliche Kunstsammlungen Dresden – mette in mostra diversi oggetti di scale dimensionali differenti. Come l’automobile leggendaria “Trabant” (1958), la scultoria sedia ad asola di Luigi Colani “Poly-COR” (1968), l’orologio da parete da cucina ideato da Max Bill (1956) e l’elegante annaffiatoio di Klaus Kunis (1960). Ma anche progetti a scala urbana, come i programmi di edilizia abitativa, portata avanti da entrambi gli Stati, per giungere a una rapida ricostruzione e per accrescere la domanda di beni di consumo, dagli elettrodomestici al mobilio.
La mostra è la prima ad affrontare la storia del design della Germania dell’Est e dell’Ovest come storia condivisa, ferita da contrasti e scontri, ma portatrice di condivisione e interconnessione. La mostra al Vitra Design Museum è aperta dal 20 Marzo e sarà visitabile fino al 5 Settembre 2021.
Memphis design: la prima mostra al Vitra Museum
La prima mostra all’interno della Vitra Design Museum Gallery, nel 2011, fu dedicata al designer italiano Ettore Sottsass, con il titolo di “Ettore Sottsass – Enamels”. Dopo dieci anni in occasione dei quarant’anni dalla nascita del collettivo Memphis, fondata da Sottsass nel 1981, la Vitra Design Museum Gallery apre le sue porte alla mostra “Memphis – 40 anni di kitsch e eleganza”.
Ancora oggi Memphis viene considerato uno dei fenomeni più irriverenti ed insoliti del XX secolo. Nato con una mostra alla galleria Arc ’74 di Milano nel Settembre 1981, il collettivo progettò mobilia dai colori sgargianti e dalle forme geometriche elementari assemblate tra loro. Il risultato sono mobili dall’aspetto bizzarro, selvaggio e dal richiamo fumettistico. Lo scopo era quello di superare i dettami del funzionalismo, andando a rompere i tabù del buon gusto. Realizzare mobili che rubassero la scena, difficili da affiancare ad altri mobili se non ai loro simili, utilizzando materiali scarni e poco eleganti come i laminati plastici colorati (realizzati dalla ditta Abet).
La storia del design in mostra
La mostra celebra i quarant’anni dalla fondazione con mobili originali, foto e schizzi inediti. L’allestimento include opere di: Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, Martine Bedin, Michael Graves, Barbara Radice, Peter Shire, Nathalie Du Pasquier e Shiro Kuramata. Un gruppo di progettisti eterogenei e internazionali.
La mostra, curata da Mateo Kries, presenta oggetti che hanno fatto la storia. Come la credenza “Beverly” di Ettore Sottsass, caratterizzata dall’unione di più materiali: un pezzo di acciaio tubolare piegato, legno, laminato plastico con finitura pelle di serpente e una lampadina colorata. La sedia “Riviera” di De Lucchi, che fece da precursore alla serie di elettrodomestici color pastello sperimentati dalla ditta Philips. La lampada “Super” di Martine Bedin, un arco sormontato da sei lampadine montato su ruote, un rimando ad un gioco per bambini. A tutti gli effetti questo incarna il significato del collettivo, realizzare mobili giocosi che fecero da apripista alla corrente del Postmodernismo.
La mostra alla Vitra Design Museum Gallery vuole rendere omaggio alla breve ma intensa storia di Memphis, la cui energia e forza creativa non hanno perso fascino nel corso del tempo. L’allestimento è stato inaugurato il 6 Febbraio 2021 e sarà visitabile fino al 23 Gennaio 2022.
Robot giocattolo di Rolf Fehlbaum
La collezione privata di robot giocattolo di Rolf Fehlbaum viene messa in mostra all’interno di una Scatola Nera progettata da Dieter Thiel. Il Vitra Campus si fregia così di un nuovo spazio espositivo. Al suo interno, come un negozio di giocattoli vintage, sono in mostra robot e figure di astronauti dal 1937 al 1968, alcuni ancora conservati all’interno di incredibili packaging originali. Schermi interattivi mostrano alcuni robot in movimento a testimonianza dell’ottimismo tecnologico di un’epoca che ha visto lo sbarco dell’uomo sulla Luna. La mostra, curata dal designer francese Ronan Bouroullec, è stata concepita in collaborazione con Fifo Stricker, amico e collega collezionista di Rolf Fehlbaum.